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Quando l'ignoranza si costruisce sugli stereotipi, una mia linea di pensiero

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» Cowboy88 «
icon8  view post Posted on 12/1/2009, 05:11




La forma più grande di manipolazione popolare non è quella fisica ma bensì quella dell'imperialismo culturale. E' più facile controllare qualcuno facendogli credere che il suo operato sia nel giusto così da non doversi preoccupare di linee di pensiero divergenti.

Questa è la politica che prevale dal dopoguerra, da quando l'italia è stata venduta (o regalata?) agli invasori senza alcuna dignità o rispetto, abbassando i calzoni anche ai nostri soldati che ancora combattevano in trincea. Chi strinse la cintura furono coloro che presero parte al neo gruppo paramilitare della Decima Flottiglia MAS, la quale combattè con un solo ideale, non politico ma sociale: difendere la patria dall'invasore.

La storia dei vincitori ci racconta incredibili atrocità compiute dai "nazifascisti" (termine inventato appunto dai "vincitori"), delle stragi naziste nei lager e di quelle fasciste in italia. Ci ricorda di ricordare il 25 aprile come giorno della liberazione. Ma la storia dei protagonisti è ben diversa, le piccole storie di chi in quegli anni era lì raccontano verità diverse in molti molti dettagli. Il popolo italiano dovrebbe ricordare con vergogna il giorno della liberazione, non per la sconfitta del fascismo, ma per la sconfitta diplomatica del popolo italiano che ha subito bombardamenti, stupri e violenza dagli invasori americani. Questo non ce lo raccontano, e lo stereotipo della "liberazione" regna sovrano anche su di noi poveri italiani ignoranti.

La parte più astuta di questo piano è stata l'uninione dei termini per formarne uno nuovo "nazifascismo".
Nazifascismo? ma com'è possibile riunire in un termine solo 2 cose così diverse? Semplice, prendi il peggio delle une e il peggio delle altre, le riunisci e plasmi le nuove generazioni con queste falsità.

Dove differiscono questi 2 movimenti? In molte cose. Innanzitutto le cause sono ben diverse, la Germania era in uno stato di povertà dove gli ebrei gestivano la maggior parte dei soldi tedeschi, in Italia la paura di un ondata di comunismo bolscevico schierò l'intero popolo italiano con il socialista Benito Mussolini, che nel 22 fondò il Partito Nazionale Fascista. Altre differenze sono l'impostazione primaria delle opere belliche, Mussolini se pur convinto che "l'aratro coltiva la terra ma è la spada che la difende" si preoccupò maggiormente di bonificare la terra che di affilare la lama, "sbaglio" che Hitler non fece.
Ultima e importante differenza è quella razziale; mentre per Hitler la fisionomia e il sangue stabilivano l'appartenenza al popolo ariano tedesco, per Mussolini il cittadino italiano veniva stabilito secondo onestà e sudore nei campi. Prova evidente di questo erano gli ebrei iscritti al PNF.

E se anche l'olocausto fosse in parte una bufala? Impossibile negare le intenzioni e i numerosi morti dei campi di sterminio, ma moltissimi dubbi a riguardo nascono da alcune cose che non sono volutamente di dominio pubblico, quali per esempio che se si ipotizza o si cerca di verificare dei dati sui campi di sterminio si possa venire condannati al carcere o che i libri scritti vengano bruciati. Insomma sull'olocausto è vietato fare luce su qualsiasi storia che non sia stata prima certificata dai vincitori, dobbiamo solo ricordare quello che vogliono farci ricordare.

La censura con lo scopo di pilotare le idee popolari e l'impossibilità di esprimersi apertamente su certi discorsi viola lo stesso ideale che tanto veniva predicato nelle sedi partigiane: la libertà di pensiero.
Se partigiani non sono, fascisti non sono, chi ha vinto la guerra?
 
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Fiamma nera
view post Posted on 12/1/2009, 10:49




C'è da dire comunque una cosa, che a me dell'olocausto non me ne frega piu di tanto, perchè quella è una responsabilità da attribuire piu che altro alla germania di quegli anni e alle politiche razziali espresse da Hitler. Sicuramente i vincitori, hanno voluto ingrandire falsificando dati e numeri, sui morti dei campi, ed estorcendo con la violenza e la tortura delle confessioni improbabili sui responabili delle SS che gestivano i campi di sterminio, facendoli ammetere cose mai fatte, noi comunque la verità non la sapremmo mai, dato che è pure impossibile esprimere dei pareri diversi sull'olocausto.
Fra il resto è pure un'argomento abbastanza spinoso, come quando ci si mette a parlare delle rappresaglie tedesche nell'Italia dal 1943-45.
Probabilmente della gente è morta nei campi, sarà anche vero che alcuni fascisti hanno deportato degli ebrei, ma non mi va di stare qui a giustificare delle cose fatte da un'altro popolo, da un'altro esercito, perchè come ben dice il pezzo che tu hai postato la parola "nazifascismo" è un'invenzione dei vincitori, per attribuire anche al fascismo Italiano cioè quello originale, gli orrori e i massacri di una politica razziale, espressa in un primo tempo solo dal fascismo tedesco.
Vale anche la pena dire che manco tutti i soldati nazisti sapevano dei campi di sterminio,per esempio i soldati delle waffen-SS e quelli della wehrmarcht, erano all'oscuro completo, perchè loro si occupavano solo di fare la guerra.

La guerra l'hanno vinta gli angloamericani aiutati dai partigiani traditori che "combattevano" per altri scopi, erano due nemici alleati per sconfiggere il fascismo classificato a loro dire come "il peggiore dei mali" in realtà lo combattevano perchè era il solo governo alternativo sia al capitalismo che al comunismo e qui si vede l'ipocrisia dei comunisti che oggi parlano male degli americani-capitalisti i loro ex alleati.
Gli angloamericani a loro dire, venivano a portare la "democrazia", quando invece agivano solo per loro interesse personale, l'Italia l'hanno conquistata probabilmente solo per avere un avamposto in europa, fregandosene come sempre, e come oggi si vede, della sovranità territoriale che ha uno stato, per lo meno hanno avuto la coscienza, di non lasciarci nelle luride mani, di chi voleva una rivoluzione rossa in Italia.
Ma questo non può cancellare i morti che hanno causato con i loro bombardamenti, che costarono oltre 3.500.000 morti solo di civili e che oggi nessuno ricorda, come non ci si può dimenticare delle esecuzioni e delle sofferenze e delle vittime italiane che hanno causato, e nemmeno di aver lasciato fare ai partigiani nel dopoguerra, alla caccia al fascista.

Edited by Fiamma nera - 12/1/2009, 11:42
 
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» Cowboy88 «
view post Posted on 12/1/2009, 13:39




Io avrei gradito maggiormente l'alleanza con i tedeschi se quello che riguarda l'olocausto e il metodo applicato fossero stati diversi. Tuttavia ritengo opportuno andare ad approfondire l'argomento proprio per le "voci" che fanno pensare al fatto che ci sia una reale e forte censura a livello globale degli avvenimenti reali. Se le atrocità fossero vere o addiruttura maggiori di quelle che conosciamo perchè bisognerebbe nasconderle? sarebbe più interesse dei nazisti farlo, non dei "liberatori". Tra il resto cercando su internet ho trovato delle foto che mostrano realtà ben diverse da quelle che ci mostrano ad ogni congresso e manifestazione sui campi di sterminio. La loro fonte non è garantita anche se si notato particolari che perlomeno il dubbio possono farlo sorgere...provvederò a postarle appena avrò un minuto perchè sono molte...

Quello che volevo dire col discorso sopra era che l'antifascismo in generale è basato su stereotipi forse peggiori di quelli razzisti imposti da Hitler, e il confronto per loro con eventi reali viene interpretata come una cosa a cui non credere poiché appartiene al "nemico". Quando si capirà l'influenza dei partiti sui giovani forse capiranno che il "nemico" non è in strada.
 
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Fiamma nera
view post Posted on 12/1/2009, 16:35




Si anche io ho uno scritto interessante sull'olocausto sono delle domande con risposte che riporto:

L’Olocausto, ovvero lo sterminio degli ebrei, è una di quelle pagine storiche
divenute simbolo dell’orrore nazista.
In molti Paesi è addirittura vietato qualsiasi approfondimento o studio su
quanto avvenuto che si discosti dalle tesi ufficiali.
Ma poiché la storia è scritta dai vincitori ho pensato bene di dare qui le varie
versioni dei fatti. Al lettore pensarci su e farsene un’opinione.
Questo testo è stato messo su Internet a scopi puramente educativi e per incoraggiare
la ricerca, su una base non-commerciale e per una utilizzazione equilibrata,
Mettere un testo sul Web equivale a mettere un documento sullo scaffale di una
biblioteca pubblica. Ci costa un po’ di denaro e di lavoro. Pensiamo che sia di sua
volontà che il lettore ne approfitta e questo lettore lo supponiamo capace di pensare
con la sua testa.
Un lettore che va a cercare un documento sul Web lo fa sempre a proprio rischio e
pericolo.
Quanto all’autore, sarebbe fuori luogo supporre che condivido la responsabilità dei
testi consultabili su questo sito.
In ragione delle leggi che istituiscono una censura specifica in certi paese (Germania,
Francia, Israele, Svizzera, Canada, ecc.) non domandiamo il consenso degli
autori che in essi vivono, poiché non sono liberi di darlo.
Ci poniamo sotto la protezione dell’articolo 19 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo,
il quale stabilisce:
«Ognuno ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, il che implica il
diritto di non essere molestati per le proprie opinioni e quello di cercare, di
ricevere e di diffondere, senza considerazione di frontiera, le informazioni e
le idee con qualsiasi mezzo di espressione li si faccia»
(Dichiarazione internazionale dei Diritti dell’Uomo, adottata dall’Assemblea generale
dell’ONU a Parigi il 10 dicembre 1948).
Inizio con la versione ufficiale, quella del ’The Simon Wiesenthal Center’.

1. Quando si parla dell’Olocausto, a quale periodo della storia si fa
riferimento?

Il termine "Olocausto" si riferisce al periodo dal 30Gennaio 1933, quandoHitler
divenne Cancelliere dellaGermania, all’ 8Maggio 1945 quando
finì la guerra in Europa.
2. Quanto ebrei furono assassinati durante l’Olocausto?
Pur essendo impossibile accertare l’esatto numero di vittime ebree, le
statistiche indicano che il totale fu di oltre 5.860.000 persone. La maggior
parte degli storici generalmente accettano la cifra approssimativa
di sei milioni.
3. Quanti civili non-ebrei furono assassinati durante la Seconda GuerraMondiale?
E’ impossibile stabilire il numero esatto: tuttavia la cifra generalmente
riconosciuta si aggira sui 5.000.000. Tra i gruppi assassinati e perseguitati
dai nazisti e dai loro collaboratori, vi erano: zingari, serbi, membri
dell’intellighenzia polacca, oppositori della resistenza di tutte le nazionalità,
tedeschi oppositori del nazismo, omosessuali, testimoni di
Geova, delinquenti abituali, slavi, malati dimente, disabili e "asociali",
come, ad esempio, mendicanti, vagabondi e venditori ambulanti.
4. Quali furono le comunità ebraiche che subirono perdite durante l’Olocausto?
Tutte le comunità ebraiche dell’Europa occupata subirono perdite durante
l’Olocausto. Le comunità ebraiche del Nord Africa furono perseguitate,
però gli ebrei di questi paesi non furono deportati nei campi
di sterminio, né assassinati sistematicamente.
5. Quanti ebrei furono assassinati in ciascun paese e che percentuale
della popolazione ebraica rappresentavano prima della guerra?
Austria 50.000 – 27,0%
Italia 7.680 – 17,3%
Belgio 28.900 – 44.0%
Lettonia 71.500 – 78,1%
Boemia, Moravia 78.150 – 66,1%
Lituania 143.000 – 85,1%
Bulgaria 0 – 0.00%
Lussemburgo 1.950 – 55,7%
Danimarca 60 – 0.7%
Paesi Bassi 100.000 – 71,4%
Estonia 2.000 - 44,4%
Finlandia 7 – 0,3%
Polonia 3.000.000 – 90,9%
Francia 77.320 - 22,1%
Romania 287.000 – 47.1%
Germania 141.500 – 25,0%
Slovacchia 71.000 – 79,8%
Grecia 67.000 – 86,6%
Unione Sovietica 1.100.000 – 36,4%
Ungheria 569.000 – 69,0%
Jugoslavia 63.300 – 81,2%
(Fonte: Enciclopedia dell’Olocausto)
6. Che cos’è un campo di sterminio? Quanti ne esistevano? Dove erano
ubicati?
Un campo di sterminio (o di strage dimassa) è un campo di concentramento
con attrezzature speciali progettate per uccidere in forma sistematica.
Esistevano sei campi di questo genere: Auschwitz-Birkenau,
Belzec, Chelmno, Majdanek, Sobibor, Treblinka. Erano tutti situati in
Polonia.
7. Qual è il significato del termine "Soluzione Finale" e qual è la sua
origine?
Il termine "Soluzione Finale" (Endlösung) si riferisce al piano nazista
di sterminare tutti gli ebrei d’Europa. Il termine fu usato alla Conferenza
diWannsee (Berlino, 20 Gennaio 1942) dove gli ufficiali tedeschi
ne discussero la realizzazione.
8. Quando ebbe inizio la "Soluzione Finale"?
Mentre migliaia di Ebrei venivano uccisi dai Nazisti o morirono a causa
delle misure discriminatorie adottate contro di loro durante i primi
anni del Terzo Reich, lo sterminio sistematico degli Ebrei non ebbe inizio
fino all’invasione, da parte della Germania, dell’Unione Sovietica
nel Giugno 1941.
9. Come definivano i Tedeschi un Ebreo?
Il 14 Novembre 1935 i nazisti così definirono un "Ebreo":
• chiunque, con due nonni ebrei, appartenesse alla Comunità Ebraica
al 15 Settembre 1935, o vi si fosse iscritto successivamente;
• chiunque fosse sposato con un Ebreo o un’Ebrea al 15 settembre
1935 o successivamente a questa data;
• chiunque discendesse da un matrimonio o da una relazione extraconiugale
con un Ebreo al o dopo il 15 settembre 1935.

10. Come trattavano i tedeschi coloro che avevano una parte di sangue
ebreo ma non venivano classificati come ebrei?
Coloro che non venivano classificati come Ebrei ma che avevano una
parte di sangue Ebreo venivano classificati come Mischlinge (ibridi)
ed erano divisi in due gruppi:
• Ibridi di primo grado – coloro che avevano due nonni Ebrei;
• Ibridi di secondo grado - coloro che avevano un nonno Ebreo.
I Mischlinge venivano ufficialmente esclusi dal Partito Nazista e da
tutte le organizzazioni del Partito (per esempio SA, SS, etc.). Benché
venissero arruolati nell’esercito tedesco, non potevano conseguire il
grado di ufficiali.. Era inoltre proibito loro di far parte dell’Amministrazione
Pubblica e svolgere determinate professioni (In determinate
circostanze questi divieti venivano annullati per singoli ibridi).
Gli ufficiali nazisti presero in considerazione la possibilità di sterilizzare
i Mischlinge, ma ciò non fu mai attuato. Durante la Seconda
Guerra Mondiale, i Mischlinge di primo grado rinchiusi nei campi di
concentramento furono deportati nei campi di sterminio.
11. Quali furono le prime misure adottate dai nazisti contro gli ebrei?
Le prime misure adottate contro gli Ebrei includevano:
• 1 Aprile 1933: Il boicottaggio da parte dei nazisti dei negozi e
delle imprese degli ebrei.
• 7 Aprile 1933: La legge per la Riforma dell’Amministrazione Pubblica
escluse da impieghi statali e universitari tutti i non-ariani
(secondo la definizione dell’11 Aprile 1933, erano considerati tali
tutti coloro che avevano un genitore o un nonno ebreo). Inizialmente,
vennero fatte delle eccezioni: per chi già vi lavorava
dall’Agosto del 1914, per i veterani tedeschi della Prima Guerra
Mondiale e per coloro che avevano perso un padre o un figlio
combattendo per la Germania o per i suoi alleati durante la Prima
Guerra Mondiale.
• 7 aprile 1933: La legge che regolamentava il permesso per l’esercizio
della professione legale, proibiva l’ammissione alla professione
forense degli avvocati discendenti da non-ariani. (Vi furono
però alcune eccezioni nei casi sopra menzionati).
• 22 Aprile 1933: Il decreto sui servizi sanitari riguardante il piano
della salute pubblica negava il rimborso delle spese a quei pazienti
che consultavanomedici non-Ariani. Erano esclusi imedici
Ebrei che erano veterani di guerra o che avevano sofferto a causa
della guerra, erano esclusi.
• 25 Aprile 1933: La legge stabilì che il numero degli ebrei iscritti
alle scuole tedesche non poteva superare l’1,5%del corpo studentesco.
Nelle comunità nelle quali gli ebrei costituivano più del 5%della popolazione, tale percentuale poteva raggiungere il 5%. Inizialmente
vennero fatte eccezioni per i figli degli ebrei che erano
veterani di guerra, non considerati come facenti parte del contingente
ebreo. Nell’ambito dell’applicazione di questa legge, venivano
considerati ebrei gli alunni non aventi ambedue i genitori
ariani.
12. I Nazisti pianificarono l’eccidio degli ebrei sin dall’inizio del loro
regime?
La risposta a questa domanda è estremamente difficile. Mentre Hitler
faceva spesso riferimento allo sterminio degli ebrei, sia nei suoi primi
scritti (Mein Kampf) sia nei vari discorsi pronunciati durante gli anni
’30, è quasi sicuro che i nazisti non avessero alcun piano operativo per
l’annientamento sistematico degli Ebrei prima del 1941. La decisione
dell’annientamento sistematico degli Ebrei fu presa, apparentemente,
nella primavera del 1941 insieme alla decisione di invadere l’Unione
Sovietica.
13. Quando fu costruito il primo campo di concentramento e chi furono
i primi detenuti?
Il primo campo di concentramento, Dachau, fu aperto il 22 Marzo
1933. I primi reclusi del campo furono, fondamentalmente, prigionieri
politici (per esempio Comunisti o socialdemocratici); criminali abituali;
omosessuali; testimoni di Geova; e "asociali" (mendicanti, vagabondi
e venditori ambulanti). Vi erano inclusi anche scrittori, giornalisti,
avvocati, industriali impopolari, e funzionari politici ebrei, considerati
dai nazisti come "un problema".
14. Quali gruppi furono perseguitati dai nazisti in Germania per essere
considerati nemici dello stato?
Il Terzo Reich considerava nemici e quindi perseguitava Ebrei, Sinti e
Rom, socialdemocratici, comunisti, dissidenti politici, oppositori del
nazismo, testimoni di Geova, criminali abituali, e "asociali" (ad esempio
mendicanti, vagabondi e venditori ambulanti), malati di mente e
disabili. Ogni individuo che poteva essere considerato una minaccia
per il nazismo correva il rischio di essere perseguitato.
15. Quale fu la differenza tra la persecuzione degli ebrei e degli altri
gruppi classificati dai nazisti come nemici del Terzo Reich?
Gli Ebrei erano l’unico gruppo destinato ad un totale e sistematico annientamento.
Per sottrarsi alla sentenza di morte imposta dai nazisti,
gli ebrei potevano solamente abbandonare i territori europei controllati
dai nazisti. Secondo il piano nazista, ogni singolo ebreo doveva
essere ucciso. Nel caso di altri criminali o nemici del Terzo Reich, le
loro famiglie non venivano coinvolte. Di conseguenza, se una persona
veniva eliminata o inviata in un campo di concentramento, non necessariamente
tutti i membri della sua famiglia subivano la stessa sorte.Inoltre, nella maggior parte delle situazioni, i nemici dei nazisti erano
classificati come tali a causa delle loro attività o appartenenza politica
(attività e/o opinioni modificabili). Gli ebrei, al contrario, venivano
perseguitati in virtù della loro origine, indelebile.
16. Perché gli ebrei furono scelti per essere sterminati?
La spiegazione all’odio implacabile dei nazisti contro gli Ebrei consiste
nella loro distorta visione del mondo che considerava la storia come
una lotta razziale. Essi consideravano gli Ebrei una razza che aveva lo
scopo di dominare il mondo e, quindi, rappresentava un ostacolo per
il dominio Ariano. Secondo la loro opinione, la storia consisteva in
uno scontro tra razze che sarebbe culminato con il trionfo della razza
Ariana. Essi consideravano un loro preciso obbligo morale eliminare
gli Ebrei, dai quali si sentivano minacciati. Inoltre, ai loro occhi, l’origine
razziale degli Ebrei li identificava come i delinquenti abituali,
irrimediabilmente corrotti e considerati inferiori, la cui riabilitazione
era ritenuta impossibile.
Non ci sono dubbi che ci furono altri fattori che contribuirono all’odio
nazista contro gli ebrei e alla creazione di un’immagine distorta
del popolo ebraico. Uno di questi fattori era la centenaria tradizione
dell’antisemitismo cristiano che propagandava uno stereotipo negativo
degli Ebrei ritenuti gli "assassini di Cristo", inviati del diavolo, e
praticanti di arti magiche. Altri fattori furono l’antisemitismo politico
e razziale della seconda metà del XIX secolo e della prima parte del
XX secolo, che considerava gli ebrei come una minaccia per la stabilità
sociale. La combinazione di questi fattori scatenò la persecuzione e lo
sterminio degli Ebrei da parte dei nazisti.
17. Che cosa sapeva il popolo tedesco sulla persecuzione degli ebrei e
degli altri nemici dei nazisti?
Alcuni aspetti della persecuzione nazista degli ebrei e di altri oppositori
erano di dominio pubblico in Germania: ad esempio, tutti sapevano
del boicottaggio del 1° Aprile 1933 e conoscevano le Leggi di
Aprile e le Leggi di Norimberga, poiché ad esse fu dato ampio risalto.
Inoltre, i trasgressori venivano di norma puniti ed umiliati pubblicamente.
Lo stesso accadde per i provvedimenti antiebraici successivi.
Kristallnacht (La notte dei cristalli) fu un pogrom svoltosi davanti agli
occhi dell’intera popolazione: le notizie sui campi di concentramento
non venivano rese note, ma il popolo Tedesco era a conoscenza di
molti fatti riguardanti il trattamento riservato ai detenuti, anche se era
molto difficile ottenere informazioni dettagliate.
Riguardo al perfezionamento della "Soluzione Finale" e alla eliminazione
di altri elementi indesiderabili, la situazione era differente. I
nazisti tentarono di tenere nascosti i loro crimini e, a questo scopo,
adottarono delle misure preventive perché i loro piani non fossero divulgati;
questo tentativo, comunque, riuscì loro solo in parte: ad esem-pio, le proteste ufficiali di vari ecclesiastici bloccarono il programma
dell’eutanasia nell’agosto del 1941. Queste proteste furono ovviamente
il risultato della conoscenza dell’uccisione di malati di mente e di
disabili all’interno di apposite strutture.
Per quanto concerne gli ebrei, era noto in tutta la Germania che essi
erano spariti dopo essere stati deportati a est, sebbene gran parte della
popolazione tedesca non sapesse con certezza che cosa fosse capitato
agli ebrei. D’altra parte, c’erano migliaia e migliaia di Tedeschi che
erano testimoni della "Soluzione Finale" e partecipavano al suo perfezionamento:
ricordiamo, ad esempio, i membri delle SS, la Einsatzgruppen
(unità assassine mobili speciali), le guardie dei campi di sterminio
o dei campi di concentramento, la polizia dell’Europa occupata,
o la Wehrmacht (esercito tedesco).
18. Tutti i Tedeschi appoggiavano il piano di Hitler sulla persecuzione
degli ebrei?
Sebbene non tutta l’intera popolazione tedesca condividesse la persecuzione
degli ebrei, non vi sono prove di contestazione su grande scala
riguardo al trattamento loro riservato. Certamente ci furono tedeschi,
comunque in minima percentuale, che si opposero al boicottaggio del
1° aprile 1933 acquistando di proposito nei negozi degli ebrei o aiutando
gli stessi a fuggire e a nascondersi. Perfino alcuni fra gli oppositori
di Hitler appoggiavano la politica antiebraica. Per quanto riguarda il
clero, il preposto del capitolo Bernhard Lichtenberg di Berlino pregava
ogni giorno per gli ebrei in pubblico e, per questo, fu internato in un
campo di concentramento: altri preti furono deportati per essersi rifiutati
di collaborare con i nazisti, ma la maggior parte del clero aderiva
alle leggi contro gli Ebrei Tedeschi e non protestava apertamente.
19. Gli abitanti dell’Europa occupata conoscevano i piani dei nazisti sugli
ebrei? Come si ponevano di fronte a questo problema? Cooperavano
con i nazisti e contro gli ebrei?
Le posizioni della popolazione locale rispetto alla persecuzione e all’annientamento
degli ebrei variavano dall’entusiasta collaborazione
con i nazisti fino all’aiuto attivo offerto agli Ebrei. E’ per questo motivo
che non si può generalizzare. Inoltre, la situazione era diversa per
ogni paese. Nell’Europa Orientale, specialmente in Polonia, Russia e
negli Stati Baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) si sapeva molto di più
sulla "Soluzione Finale" poiché veniva attuata in queste zone. In altri
posti, la popolazione locale conosceva meno dettagli della "Soluzione
Finale".
In tutti i paesi occupati dai nazisti, ad eccezione della Danimarca e della
Bulgaria, molti volevano cooperare allo sterminio degli ebrei. Questo
accadeva in modo particolare nell’Europa Orientale, dove esisteva
una grande tradizione di acceso antisemitismo, e dove molti gruppi
etnici, che erano sotto il dominio sovietico (lettoni, lituani e ucraini),

nutrivano la speranza che i tedeschi avrebbero loro restituito l’indipendenza.
In diversi paesi europei esistevano movimenti fascisti locali
che si allearono con i nazisti e parteciparono alle azioni antiebraiche:
ad esempio, la “Guardia di Ferro” in Romania e La “Guardia Hlinka”
in Slovacchia. Per contro, in tutti i paesi europei vi furono persone
coraggiose che rischiarono la propria vita per salvare gli ebrei. In vari
paesi ci furono gruppi che aiutarono gli ebrei, per esempio, il gruppo
Joop Westerweel in Olanda, il Zegota in Polonia e il movimento
clandestino Assisi in Italia.
20. Gli Alleati e gli abitanti del Mondo Libero erano a conoscenza di
quello che stava succedendo in Europa?
I vari provvedimenti adottati dai nazisti prima della "Soluzione Finale"
vennero resi pubblici attraverso la stampa. I corrispondenti stranieri
scrivevano sulle più importanti azioni naziste antiebraiche svoltesi
in Germania, Austria e Cecoslovacchia prima della Seconda Guerra
Mondiale. Dopo l’inizio della guerra, divenne più difficile ottenere
informazioni; ciò nonostante, vennero pubblicati alcuni rapporti sulla
destinazione degli ebrei. In questo modo, anche se i nazisti non divulgarono
dati riguardanti la "Soluzione Finale", iniziarono a filtrare
informazioni anche in occidente a meno di un anno dall’inizio dello
sterminio sistematico degli ebrei. La prima notizia sul piano programmato
per lo sterminio dimassa degli ebrei trapelò dalla Polonia da parte
della Bund (una organizzazione politica socialista ebraica) e giunse
in Inghilterra nella primavera del 1942. I dettagli su tale informazione
furono forniti agli Alleati da fonti vaticane e attraverso informatori
svizzeri e delmovimento clandestino polacco (Jan Karski, emissario di
questo movimento, si incontrò personalmente con Franklin Roosevelt
e con il Ministro degli Esteri della Gran Bretagna Anthony Eden). In
seguito, verso la fine di novembre del 1942, il governo degli Stati Uniti
inviò alle personalità ebraiche la conferma delle informazioni. Dette
informazioni furono pubblicate immediatamente. Malgrado l’incompletezza
e l’imprecisione dei dettagli, gliAlleati vennero quasi in breve
tempo a conoscenza delle azioni perpetrate dai nazisti contro gli ebrei.
21. Quale fu la risposta degli Alleati alla persecuzione degli ebrei? Avrebbero
potuto fare qualcosa per aiutarli?
La reazione degli Alleati alla persecuzione e allo sterminio degli ebrei
in Europa non fu quella auspicata. Solo all’inizio di gennaio del 1944
venne creata un’agenzia - il Comitato per i Rifugiati di Guerra - allo
scopo di salvare le vittime della persecuzione nazista. Prima di questa
data poco fu fatto al riguardo. Il 17 dicembre del 1942, gli alleati
pubblicarono una dichiarazione nella quale condannavano le atrocità
commesse dai nazisti contro gli ebrei e che rimase l’unica formulata
prima del 1944.
Va detto anche che non fu effettuato alcun tentativo di invitare la po-polazione locale europea ad astenersi dal collaborare con i nazisti nello
sterminio sistematico degli ebrei. Inoltre, dopo l’istituzione del Comitato
per i rifugiati di guerra e varie azioni di liberazione, gli Alleati,
perfettamente al corrente della sua esistenza e scopo, si rifiutarono
di bombardare il campo di sterminio di Auschwitz e/o le linee
ferroviarie che vi arrivavano malgrado, all’epoca, i loro bombardieri
distruggessero le fabbriche attigue al campo.
Non fu neanche adottato alcun provvedimento in merito al problema
dei rifugiati. Decine dimigliaia di ebrei cercarono di entrare negli Stati
Uniti, ma inutilmente, data la severa politica di immigrazione Statunitense.
Benché di numero esiguo, i visti spesso non venivano concessi
nonostante la richiesta fosse di gran lunga superiore al numero dei
posti disponibili. Le conferenze che ebbero luogo ad Evian in Francia
(1938) e alle Bermuda (1943) per risolvere il problema dei rifugiati non
contribuirono certo a trovare una soluzione al problema. Alla prima
conferenza, ai paesi invitati da Stati Uniti e Gran Bretagna fu riferito
che a nessun paese si sarebbe potuto chiedere di cambiare le proprie
leggi sull’immigrazione. Inoltre, i britannici accettarono di partecipare
solo se l’argomento Palestina non fosse stato all’ordine del giorno.
Nelle Bermuda i delegati non parlarono del destino di coloro che erano
rimasti nelle mani dei Nazisti, ma piuttosto di coloro che erano riusciti
a fuggire in paesi neutrali. Misure pratiche che avrebbero potuto
aiutare a liberare gli ebrei sarebbero state:
• Permesso per la temporanea ammissione dei rifugiati.
• Flessibilità dei severi requisiti d’ingresso.
• Reiterati ed inequivocabili avvertimenti alla Germania e alle popolazioni
di tutta l’Europa sulla responsabilità - senza alcuna eccezione
- che avrebbero avuto tutti coloro i quali avessero partecipato
allo sterminio degli ebrei.
• Bombardamento del campo di sterminio di Auschwitz.
22. Chi furono i "Giusti delle Nazioni"?
I "Giusti delle Nazioni" o i "Giusti Gentili" sono persone non ebree che
aiutarono gli Ebrei durante l’Olocausto. Ci furono "Giusti delle Nazioni"
in tutti i paesi occupati dai nazisti o ad essi alleati, e le loro azioni
spesso condussero alla salvezza di vite ebree. Yad Vashem, l’Ente
Nazionale Israeliano per la memoria dell’Olocausto, conferisce onorificenze
speciali a queste persone. Ad oggi, dopo un attento esame
di ogni singolo caso, Yad Vashem ha riconosciuto circa 10.000 "Giusti
Gentili" classificandoli in tre diverse categorie. Il paese con il più alto
numero di "Giusti Gentili" è la Polonia. Il paese con la più alta percentuale
(pro-capite) è l’Olanda. La cifra di 10.000 è molto distante dal
reale numero di soccorritori, perché molti casi restarono sconosciuti,
essendo morti coloro i quali ricevettero un aiuto. Inoltre, questa cifracomprende solamente coloro che realmente rischiarono le loro vite per
salvare gli ebrei e non coloro i quali offrirono un semplice aiuto.
23. Gli ebrei del "Mondo Libero" erano al corrente che gli ebrei d’Europa
erano perseguitati e sterminati? Se sì, quale fu la loro reazione?
Le notizie sulla persecuzione e sullo sterminio degli ebrei d’Europa
vennero date in due fasi distinte. Le misure prese dai nazisti prima
della "Soluzione Finale" vennero prese agli occhi di tutti e pubblicate
su tutti i giornali. I corrispondenti stranieri riferirono sulle azioni
antiebraiche condotte dai nazisti in Germania, Austria e Cecoslovacchia
prima della Seconda Guerra Mondiale. Dopo l’inizio della guerra,
ottenere informazioni diventò sempre più difficile, malgrado ciò,
vennero pubblicate delle notizie riguardanti il destino degli ebrei.
La "Soluzione Finale" non fu pubblicizzata apertamente dai nazisti, e
questo impedì che l’informazione raggiungesse rapidamente il "Mondo
Libero". Nondimeno, fino al dicembre 1942, le notizie degli stermini
di massa e del piano di annientamento degli ebrei d’Europa furono
pubblicate sulla stampa ebraica.
Anche la reazione degli ebrei del "Mondo Libero" deve essere divisa
in due periodi, prima e dopo la pubblicazione dell’informazione
relativa alla "Soluzione Finale". Gli sforzi compiuti durante i primi anni
del regime nazista si concentrano sul come facilitare l’emigrazione
dalla Germania (anche se all’inizio ci fu chi si oppose all’emigrazione
come possibile soluzione) e sul come combattere l’antisemitismo
tedesco. Sfortunatamente, la discordanza dei pareri e la conseguente
mancanza di unanimità penalizzò e ostacolò la realizzazione di tali
obiettivi. Inoltre, pochissime personalità ebraiche si resero effettivamente
conto dell’enormità del pericolo. Dopo la pubblicazione delle
notizie sulla "Soluzione Finale" furono effettuati alcuni tentativi per intraprendere
azioni di liberazione, con la mediazione di stati neutrali,
allo scopo di portare aiuto agli ebrei che si trovavano sotto il dominio
nazista. Questi tentativi, certamente inadeguati, furono ulteriormente
ostacolati dalla mancanza di assistenza e dall’ostruzionismo dei canali
governativi. Ulteriori tentativi per ottenere l’unità interna, durante
questo periodo, fallirono.
24. Gli ebrei d’Europa avevano capito ciò che sarebbe accaduto loro?
Per quanto riguarda la conoscenza della "Soluzione Finale" da parte
delle vittime potenziali, bisogna fare alcune considerazioni. In primo
luogo, i nazisti tentarono di occultare la "Soluzione Finale". Fu fatto
ogni tentativo per ingannare le vittime, e quindi, prevenire o minimizzare
qualsiasi resistenza. Ai deportati veniva detto che sarebbero
stati "trasferiti" e questa notizia li portava a ritenere che le condizioni
"nell’est" (dove venivano inviati) sarebbero state migliori di quelle dei
ghetti. All’arrivo in alcuni campi di concentramento, i deportati erano

costretti a scrivere alle loro famiglie descrivendo le meravigliose condizioni
che avevano trovato nelle loro nuove residenze. I tedeschi fecero
il possibile per mantenere la segretezza. Inoltre, il fatto che esseri
umani - e ancor meno tedeschi civilizzati - potessero costruire campi
con attrezzature speciali per mettere in atto uno sterminio di massa
risultava inconcepibile in quei tempi. Poiché le truppe tedesche liberarono
gli ebrei dallo Zar durante la Prima Guerra Mondiale, i tedeschi
venivano considerati da molti ebrei come un popolo civile e liberale.
Coloro che erano riusciti a sfuggire e che fecero ritorno ai ghetti, spesso
non furono creduti quando raccontarono le loro esperienze. Persino
gli ebrei che avevano sentito parlare dei campi ebbero difficoltà a credere
ai reati che i tedeschi stavano commettendo in quei luoghi. Ogni
comunità ebraica in Europa era quasi completamente isolata e i luoghi
in cui poter ottenere notizie erano perciò rari. Quindi non c’è dubbio
che molti ebrei europei non fossero a conoscenza della "Soluzione Finale",
fatto questo corroborato dalla documentazione tedesca e dalle
testimonianze dei sopravvissuti.
25. Quanti ebrei furono in grado di fuggire dall’Europa prima dell’Olocausto?
E’ difficile determinare con esattezza il numero di ebrei che riuscirono
a fuggire dall’Europa prima della Seconda GuerraMondiale, poiché le
statistiche a disposizione sono incomplete. Dal 1933 al 1939, 355.278
ebrei tedeschi e austriaci abbandonarono le loro case (alcuni emigrarono
verso i paesi che successivamente furono occupati dai tedeschi).
Nello stesso periodo, 80.860 ebrei polacchi emigrarono in Palestina e
51.747 ebrei europei si rifugiarono in Argentina, Brasile e Uruguay.
Negli anni 1938-1939, circa 35.000 ebrei emigrarono dalla Boemia e
Moravia (Cecoslovacchia). Shanghai, l’unico posto al mondo dove
non era necessario il visto di ingresso accolse circa 20.000 ebrei europei
(la maggior parte di origine tedesca) i quali abbandonarono la loro
patria. Le cifre dell’immigrazione relative ai paesi dove si rifugiarono
durante questo periodo non sono disponibili: inoltre, molti paesi non
hanno provveduto alla compilazione delle statistiche di immigrazione
per gruppi etnici. Per questo motivo, risulta impossibile stabilire il
numero esatto dei rifugiati ebrei.
26. Quali furono gli sforzi fatti per salvare gli ebrei che volevano fuggire
dalla Germania prima dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale?
Varie organizzazioni cercarono di facilitare l’immigrazione degli ebrei
(e dei non-ebrei ma perseguitati come tali) dalla Germania: le più attive
furono: la Jewish Agency for Palestine, l’American Jewish Joint Distribution
Committee, il HICEM, il Central British Fund for German
Jewry, il Reichsvertretung der Deutschen Juden ed altri gruppi non
ebraici, come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

- ebrei e non ebrei - provenienti dalla Germania, e l’American Friends
Service Committee. Tra i programmi elaborati c’era il "Accordo di Trasferimento"
stipulato fra l’Agenzia Ebraica ed il Governo Tedesco in
base al quale agli immigranti in Palestina era permesso trasferirvi i
propri fondi ed importarvi la merce Tedesca. Altri sforzi furono indirizzati
alla riqualificazione di possibili emigranti, al fine di aumentare
il numero delle persone che potevano ottenere i visti, dalmomento che
alcuni paesi negavano l’ingresso di membri appartenenti a determinate
categorie professionali. Altri gruppi tentarono di aiutare gli ebrei
negli iter riguardanti la selezione dei candidati per l’immigrazione, il
trasporto dei rifugiati, l’aiuto nell’integrazione dell’immigrante, ecc.
Alcuni gruppi cercarono di incrementare l’immigrazione avvalendosi
dell’aiuto di governi e organizzazioni internazionali per l’ottenimento
di asilo politico. La Lega delle Nazioni costituì un organizzazione
per l’aiuto ai rifugiati, ma il risultato fu alquanto limitato a causa di
mancanza di potere politico e fondi adeguati.
Nel 1938, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna convocarono una conferenza
ad Evian, Francia, per cercare una soluzione adatta al problema dei
rifugiati. Ad eccezione della Repubblica Dominicana, le nazioni riunite
rifiutarono di cambiare le loro severe regole sull’immigrazione che
contribuivano ad impedire un’immigrazione di massa.
Nel 1939, il Comitato Intergovernativo dei Rifugiati, costituito durante
la Conferenza di Evian, dette inizio ai negoziati con gli ufficiali tedeschi
al fine di stabilire un accordo per lo spostamento di un’ingente
quantità di ebrei tedeschi. Questi negoziati però naufragarono. Nel
Luglio del 1934 vennero realizzate operazioni per l’ingresso illegale di
immigranti ebrei in Palestina; in seguito vennero sospese fino al luglio
del 1938. Gli sforzi furono compiuti su grande scala dal Mosad
le-Aliya Bet, da Revisionisti Sionisti e da gruppi privati. Si cercò anche,
ottenendo peraltro alcuni risultati positivi, di facilitare l’ingresso
illegale di rifugiati in vari paesi dell’America Latina.
27. Perché furono così pochi gli esuli che poterono fuggire dall’Europa
prima dello scoppio della Seconda GuerraMondiale?
La ragione principale del numero relativamente basso dei rifugiati che
abbandonarono l’Europa prima della Seconda Guerra Mondiale consisteva
nelle severe politiche sull’immigrazione adottate dai possibili
paesi ospiti. Negli Stati Uniti, per esempio, il numero di immigranti
era limitato a 153.744 per anno, diviso secondo il paese di origine.
Tuttavia i requisiti di ingresso erano così severi da far sì che i posti
disponibili spesso non fossero assegnati. Gli schemi per facilitare l’immigrazione,
oltre al numero di posti disponibili, non si concretizzavano
mai, poiché la maggior parte del popolo americano si opponeva
fermamente all’ingresso di ulteriore rifugiati. Altri paesi, in particolare
quelli Latino Americani, adottarono politiche sull’immigrazione

simili o persino più restrittive, impedendo così l’accesso a possibili
immigranti provenienti dal Terzo Reich.
La Gran Bretagna, in certo qual modo più liberale degli Stati Uniti
rispetto al problema dell’ingresso degli immigranti, adottò misure restrittive
al fine di limitare l’immigrazione degli ebrei in Palestina. Nel
Maggio 1939, i britannici, pubblicarono il "Foglio Bianco", consentendo
a soli 75.000 immigranti ebrei di ottenere il visto di ingresso in
Palestina per i cinque anni successivi (10.000 all’anno e altri 25.000).
Questa decisione impedì a centinaia di migliaia di ebrei di fuggire
dall’Europa.
I paesi con maggiori possibilità di accoglienza di rifugiati ne rifiutarono
sistematicamente l’ingresso. Malgrado una soluzione al problema
dei rifugiati fosse all’ordine del giorno della Conferenza di Evian, solamente
la Repubblica Dominicana approvò l’immigrazione su grande
scala. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna proposero di scegliere delle
località di accoglienza nelle aree sottosviluppate (per esempio: Guyana,
già Guyana Inglese e le Filippine) che, tuttavia, non si rivelarono
alternative adeguate.
Bisognava considerare i seguenti fattori importanti: durante il periodo
prebellico - durante il quale non esistevano ancora programmi di
sterminio degli ebrei - i tedeschi appoggiarono perfino l’emigrazione
ebraica. L’obiettivo era di indurli ad andarsene, all’occorrenza con l’uso
della forza. E’ importante riconoscere l’attitudine degli ebrei tedeschi.
Mentre molti ebrei tedeschi inizialmente erano contrari all’emigrazione,
dopo la Kristallnacht (La notte dei cristalli, 9-10 Novembre
1938), la maggior parte tentò di farlo. Se ci fossero stati più luoghi
a disposizione, certamente sarebbe emigrato un maggior numero di
ebrei..
28. Quale fu l’obiettivo finale di Hitler nello scatenare la Seconda GuerraMondiale?
Lo scopo finale di Hitler era di creare un impero ariano dalla Germania
agli Urali. Egli considerava quest’area il territorio naturale del
popolo tedesco, un’area alla quale credeva di avere diritto per legge,
il Lebensraum (spazio vitale) di cui la Germania aveva necessariamente
bisogno per ampliare le aree agricole che Hitler riteneva essenziali
per la razza ariana, al fine di preservarla ed assicurarne il
dominio. Certamente Hitler sapeva che, scatenando la guerra nell’Est,
i nazisti avrebbero affrontato gravi problemi razziali in vista della
composizione della popolazione esistente nelle aree Orientali.
I nazisti avevano quindi elaborato dei piani per soggiogare gli slavi,
i quali sarebbero stati ridotti allo stato di schiavitù e avrebbero costituito
mano d’opera a buon mercato per i contadini ariani: gli appartenenti
ad un ceto sociale più elevato sarebbero, invece, stati condotti in
Germania e allevati come ariani.

Nella mente di Hitler, la “soluzione al problema ebraico” era legata
alla conquista dei territori orientali. In queste aree c’era una cospicua
presenza ebraica che richiedeva, quindi, un "trattamento" specifico.
Ancora non era operativo alcun piano di sterminio di massa, ma a
Hitler sembrava già chiara la necessità di trovare una soluzione adeguata:
si parlava anche di creare una riserva ebraica o in Madagascar
o vicino a Lublino in Polonia. Quando prese la decisione finale di invadere
l’Unione Sovietica, Hitler dette anche istruzioni per dare inizio
alla "Soluzione Finale", lo sterminio sistematico degli ebrei europei.
29. In Germania, esisteva una qualsiasi opposizione al nazismo?
Durante tutto il Terzo Reich, ci furono vari gruppi di opposizione al regime
e a certe politiche naziste che si organizzarono in diversi periodi
e con vari obiettivi e metodi.
Fin dall’inizio, gruppi politici di sinistra e un numero imprecisato di
conservatori delusi si posero all’opposizione; in seguito si unirono ad
essi gruppi ecclesiastici, funzionari del governo, studenti e impresari.
Quando le sorti della guerra si capovolsero, anche i militari ebbero un
ruolo attivo nell’opposizione a Hitler: tuttavia, in Germania, non vi fu
mai un movimento di resistenza unificato.
30. Gli ebrei cercarono di lottare contro i nazisti? In che misura questi
sforzi ebbero successo?
Malgrado le difficili condizioni di vita degli ebrei nell’Europa occupata
dai nazisti, molti di essi presero parte alla resistenza armata. Le
attività connesse alla resistenza possono dividersi in tre gruppi principali:
· rivolta nei ghetti, · resistenza nei campi di concentramento e di
stermini, Lotte partigiane.
A parte la rivolta del ghetto di Varsavia, che durò circa cinque settimane
a partire dal 19 Aprile del 1943 e che rappresenta indubbiamente
l’esempio più conosciuto della resistenza armata ebraica, vi furono
molte altre rivolte nei ghetti. Anche se le condizioni nei campi
di sterminio, concentramento e lavoro erano terribili, i deportati ebrei
continuarono a lottare: Treblinka (2 agosto 1943), Babi Yar (29 settembre
1943), Sobibor (14 ottobre 1943), Janowska (19 novembre 1943) e
Auschwitz (7 ottobre 1944).
I gruppi partigiani ebraici operarono in varie zone fra cui Baranovichi,
Minsk, il bosco di Naliboki e Vilna: le operazioni della resistenza
armata ebraica non furono molteplici e sicuramente non determinanti
ai fini della sconfitta della Germania nazista; pur tuttavia, tramite
questi atti di resistenza, si riuscì a liberare un gran numero di ebrei e
vittime del nazismo, causando un danno incalcolabile alla proprietà e
all’orgoglio tedesco.
31. Che cos’era la Judenrat?

La Judenrat era il Consiglio degli ebrei, nominato dai nazisti in ogni
comunità ebraica o ghetto. In conformità con i principi espressi da
Reinhard Heydrich delle SS il 21 settembre del 1939 si sarebbe dovuto
istituire una Judenrat in tutte le zone di concentramento di ebrei nelle
regioni occupate della Polonia. Le Judenrat, presiedute da importanti
capi della comunità ebraica, si occupavano dell’applicazione dei decreti
nazisti diretti contro gli ebrei e della amministrazione degli affari
riguardanti la stessa comunità. Queste funzioni la collocavano in una
posizione di grande responsabilità ma fortemente polemica e molta
parte del suo operato continua ad essere tema di discussione fra gli
storici. Benché non esistano obiezioni contro gli scopi dei Dirigenti dei
Consigli, se ne mettono in discussione i metodi e le strategie adottati
per raggiungerli. Fra i più controversi citiamo Mordechai Rumkowski
a Lodz e Jacob Gens a Vilna; ambedue giustificarono il sacrificio di
alcuni ebrei che salvò la vita di altri. Il più delle volte i capi e i membri
della Judenrat erano guidati da un senso di responsabilità civica
ma mancavano del potere e dei mezzi necessari per opporsi ai piani
nazisti di sterminio degli ebrei.
32. Le organizzazioni internazionali, come la Croce Rossa, aiutarono le
vittime della persecuzione nazista?
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Croce Rossa Internazionale
(C.R.I.) fece ben poco per aiutare le vittime ebraiche della persecuzione
nazista. Le sue attività possono essere divise in tre periodi:
a) Settembre 1939 – giugno 1941:
la Croce Rossa si limitò ad inviare scatole di alimenti a indigenti
nell’Europa occupata. Le scatole venivano distribuite secondo
le regole della Croce Rossa Tedesca. Durante questo periodo, la
Croce Rossa Internazionale accettò l’argomentazione tedesca secondo
la quale gli abitanti dei ghetti e dei campi rappresentavano
una minaccia per il Reich, per cui non era permesso loro ricevere
aiuto dalla Croce Rossa Internazionale.
b) giugno 1941 – estate del 1944:
malgrado le numerose richieste da parte delle organizzazioni ebraiche,
la Croce Rossa Internazionale rifiutò di protestare pubblicamente
contro lo sterminio di massa di ebrei e non ebrei nei campi
e di intervenire in loro difesa. Sosteneva che qualsiasi azione
pubblica che difendesse coloro che si trovavano sotto il dominio
nazista, con il tempo avrebbe penalizzato il suo benessere. Nello
stesso tempo la Croce Rossa Internazionale cercava di inviare
scatole di alimenti alle persone di cui conosceva il domicilio.
c) Estate 1944 – maggio 1945:
dopo proteste di eminenti personalità, quali il Presidente Franklin
Roosevelt ed il re di Svezia, la Croce Rossa Internazionale si

rivolse aMiklos Horthy, reggente d’Ungheria, perché fermasse la
deportazione degli ebrei ungheresi.
La CRI insistette affinché le permettessero di visitare i campi di concentramento
e una delegazione fu autorizzata a visitare il "ghetto modello"
di Terezin (Theresienstadt). La richiesta della CRI era la conseguenza
delle informazioni ricevute sulle terribili condizioni di vita nei
campi.
La CRI chiese il permesso di investigare sulla situazione, ma i tedeschi
le consentirono la visita nei campi solo nove mesi dopo la presentazione
della richiesta. Questo ritardo diede ai nazisti il tempo necessario
per completare un programma di "abbellimento", elaborato allo scopo
di ingannare la delegazione e farle credere che le condizioni a Terezin
erano abbastanza buone e che consentivano ai deportati di vivere la
loro vita con relativa tranquillità.
Alla visita che ebbe luogo il 23 luglio 1944, fece seguito una relazione
favorevole su Terezin diretta ai membri della CRI. Le organizzazioni
ebraiche protestarono vigorosamente, esigendo che altre delegazioni
visitassero i campi. Il permesso per effettuare questa visita non fu
accordato che poco prima della fine della guerra. In realtà, successivamente,
la maggior parte dei prigionieri fu deportata ad Auschwitz e lì
uccisa.
33. Come venivano trattati gli ebrei dai giapponesi e dagli italiani, alleati
dei tedeschi, nelle terre da loro occupate?
Né gli italiani né i giapponesi, ambedue alleati della Germania durante
al Seconda Guerra Mondiale, cooperarono alla "Soluzione Finale".
Anche se gli italiani, di fronte alle richieste tedesche, emisero leggi discriminatorie
contro la comunità ebraica italiana, il governo diMussolini
negò la partecipazione alla "Soluzione Finale" e mantenne ferma la
sua posizione, contraria alla deportazione dei residenti ebrei. Inoltre,
nelle zone da loro occupate in Francia, Grecia e nella ex Jugoslavia, gli
italiani proteggevano gli ebrei e non permisero la loro deportazione.
Tuttavia, quando i tedeschi rovesciarono il governo di Badoglio nel
1943, gli ebrei in Italia, così come quelli che si trovavano sotto la protezione
italiana nelle zone occupate, furono sottoposti alla "Soluzione
Finale".
Anche i giapponesi furono relativamente tolleranti con gli ebrei nel loro
paese e nelle zone da loro occupate. Contro la pressione esercitata
dagli alleati tedeschi affinché adottassero misure severe contro la comunità
ebraica, i giapponesi opposero un rifiuto. Fino alla primavera
del 1941 permisero ai rifugiati di entrare in Giappone, e gli ebrei della
Cina occupata dai giapponesi ricevettero un buon trattamento: nell’estate
e nell’autunno del 1941, i rifugiati dal Giappone furono trasferiti
a Shanghai, ma furono prese misure contro di loro solo all’inizio del
1943, quando furono trasferiti nel Ghetto di Hongkew. Le condizioni

di vita erano lungi dall’essere soddisfacenti, ma sicuramente migliori
rispetto ai ghetti posti sotto l’occupazione nazista.
34. Qual era la posizione delle chiese rispetto alla persecuzione degli
Ebrei? Il Papa parlò mai contro i nazisti?
Quando i nazisti salirono al governo, il capo della Chiesa Cattolica era
il Papa Pio XI. Anche se dichiarò che i miti di "razza" e "sangue" erano
contrari all’educazione cristiana (in un’enciclica del marzo 1937), non
menzionò e tanto meno criticò l’antisemitismo. Il suo successore, Pio
XII (il Cardinale Pacelli) era un filo-tedesco che si mantenne neutrale
durante il corso della Seconda Guerra Mondiale. Sebbene il Vaticano
fosse a conoscenza, già nel 1942, dello sterminio degli ebrei nei campi
di concentramento, le uniche dichiarazioni pubbliche del Papa non
andavano al di là delle condoglianze per le vittime dell’ingiustizia e
richiamavano ad una condotta di guerra più umana.
Sebbene non ci fossero risposte da parte del Papa Pio XII, vari nunzi
apostolici svolsero importanti ruoli nelle operazioni di liberazione,
specialmente i nunzi dell’Ungheria, Romania, Cecoslovacchia e Turchia.
Non era molto chiaro in quale modo operassero dietro istruzioni
del Vaticano. In Germania la Chiesa Cattolica non si oppose alla campagna
antisemita nazista. La Chiesa fornì alle autorità naziste i registri
che consentirono di rintracciare persone di origine ebraica, e si limitò
ad aiutare i cattolici non-Ariani. Sebbene i sacerdoti cattolici protestassero
contro il programma nazista dell’eutanasia, pochi, fra cui Bernard
Lichtenberg, si pronunciarono contro lo sterminio degli ebrei.
Nell’Europa Occidentale, il clero cattolico si pronunciò pubblicamente
contro la persecuzione degli ebrei e collaborò attivamente alla loro
liberazione. In Europa Orientale, invece, la gran parte del clero cattolico
si mostrò meno disponibile ad offrire il proprio aiuto. Il Dr. Jozef
Tiso, capo dello stato della Slovacchia e sacerdote cattolico, cooperò
attivamente con i tedeschi alla pari di molti altri sacerdoti cattolici.
La Chiesta Protestante e quella Ortodossa Orientale reagirono in maniera
differente. In Germania, per esempio, nella chiesa protestante
c’erano coloro che appoggiavano i nazisti e rispettavano la legislazione
antiebraica e inoltre proibivano ai cristiani di origine ebraica di esserne
membri. La Chiesa Confessori del pastore Martin Niemoller difese
i diritti dei suoi cristiani di origine ebraica ma non protestò pubblicamente
contro le sue persecuzioni né condannò le misure prese
contro gli ebrei, tranne che in un memorandum inviato a Hitler nel
maggio del 1936.
Nei vari paesi dell’Europa occupata la posizione delle chiese protestanti
era differente. InDanimarca, Francia, Olanda eNorvegia le chiese
locali e/o gli ecclesiastici più eminenti protestarono pubblicamente
contro la deportazione degli ebrei. In altri paesi (Bulgaria, Grecia e
la ex-Jugoslavia), i capi delle chiese ortodosse intervennero, in favo-

re della comunità ebraica, intraprendendo azioni che, in alcuni casi,
condussero alla liberazione di un gran numero di ebrei.
35. Quanti criminali nazisti ci furono? Quanti furono processati?
Non si conosce il numero esatto dei criminali nazisti, perché la documentazione
disponibile è incompleta. Gli stessi nazisti distrussero una
grande quantità di documenti compromettenti che avrebbero consentito
di accusare e processare molti criminali. Tra i colpevoli di crimini
di guerra erano inclusi non solo coloro che iniziarono, progettarono
e diressero le operazioni di sterminio, ma anche quelli che furono a
conoscenza dello sterminio degli ebrei europei, che lo approvarono o
che vi parteciparono in forma passiva.
Tra quelli che realmente adottarono la "Soluzione Finale" ci sono i capi
della Germania nazista, i capi del partito nazista e l’Ufficio Principale
della Sicurezza del Reich. Sono inclusi inoltre centinaia di migliaia di
membri della Gestapo, le SS, le Einsatzgruppen, la polizia e le forze armate,
nonché tutti i burocrati coinvolti nella persecuzione e nello sterminio
della comunità ebraica europea. Ci furono migliaia di persone
in tutta l’Europa occupata che cooperarono con i nazisti nell’uccisione
di ebrei e di altri civili innocenti.
Non ci sono statistiche complete che possano quantificare il numero
dei criminali portati in giudizio, tuttavia il loro numero è molto minore
rispetto a quello delle persone coinvolte nella "Soluzione Finale". I
capi del Terzo Reich catturati dagli Alleati furono processati dal Tribunale
Militare Internazionale di Norimberga tra il 20 novembre del
1945 e il 1° ottobre del 1946. Successivamente, le forze di occupazione
alleate continuarono a processare i nazisti; i processi più importanti si
svolsero nella zona statunitense (i Processi del dopo Norimberga). In
totale tra il 1945 e il 1949 nelle zone statunitensi, britanniche e francesi,
furono condannati 5.025 criminali nazisti oltre ad un numero indeterminato
di persone che furono processate nella ex-zona sovietica. La
stessa Commissione dei Crimini di Guerra delle Nazioni Unite stilò
una lista di criminali di guerra che in seguito furono processati dai tribunali
dei paesi alleati e dai paesi che durante la guerra si trovavano
sotto l’occupazione nazista. Questi ultimi effettuarono innumerevoli
processi in relazione ai crimini commessi nel proprio territorio. I
tribunali, come ad esempio quello polacco, processarono circa 40.000
persone. In totale, furono circa 80.000 i tedeschi condannati per aver
commesso crimini contro l’umanità, mentre il numero dei collaboratori
supera varie decine dimigliaia. Molta importanza assume anche l’opera
e la partecipazione di Simon Wiesenthal, la cui attività condusse
alla cattura di più di mille criminali nazisti.
I tribunali della Germania iniziarono a lavorare, in alcuni casi, già nel
1945. Fino al 1969, quasi 80.000 tedeschi furono interrogati e per oltre
6.000 furono emesse condanne. Nel 1958, l’ex-Repubblica Fede-

rale di Germania (RFG, ex Germania Occidentale) costituì un’agenzia
speciale a Ludwigsburg per collaborare alle indagini dei crimini
commessi dai tedeschi fuori dalla Germania. Questa agenzia, sin
dalla sua creazione, partecipò a cento indagini importanti. Una considerazione
importante sui giudizi dei criminali di guerra nella RFG
(come in Austria) riguarda l’eccessiva clemenza, non commisurata all’entità
dei crimini commessi. Vennero inoltre svolti dei processi nella
ex-Repubblica Democratica di Germania (RDT; ex Germania Orientale),
dei quali non esistono statistiche dalle quali si possa evincere il
numero di condanne o l’emissione delle sentenze.
36. Che cosa erano i Processi di Norimberga?
Il termine "Processi di Norimberga" si riferisce all’insieme dei processi
dei criminali di guerra nazisti che si svolsero alla fine della guerra.
I primi processi si svolsero tra il 20 novembre 1945 e il 1° ottobre
1946, di fronte al Tribunale Militare Internazionale (TMI), composto
da rappresentanti della Francia, Gran Bretagna, ex-Unione Sovietica
e Stati Uniti. In essi venivano processati i capi politici, militari e amministrativi
del Terzo Reich catturati dagli Alleati. Tra gli imputati
c’erano: Goring, Rosenberg, Streicher, Kaltenbrunner, Seyss-Inquart,
Speer, Ribbentrop e Hess (molti dei più importanti nazisti, come Hitler,
Himmler e Gobbels, si suicidarono dopo la sconfitta). La seconda
fase dei processi, conosciuta come i “Processi del dopo Norimberga”,
si svolse dinanzi al Tribunale Militare di Norimberga (TMN), decisa
dall’Ufficio del Governo degli Stati Uniti per la Germania (OGEUA).
Sebbene i giudici del TMN fossero cittadini statunitensi, il tribunale
si autoconsiderava internazionale. Durante questi processi furono incriminati
ufficiali di alto rango, tra i quali membri di gabinetto, diplomatici,
dottori coinvolti in esperimenti di medicina e ufficiali delle SS
che parteciparono ai crimini perpetrati nei campi di concentramento o
durante il genocidio delle zone occupate dai nazisti.
 
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WAR-SKIN_88
view post Posted on 21/2/2009, 11:14




...la storia è fatta dai vincitori non dai vinti...
 
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» Cowboy88 «
view post Posted on 27/2/2009, 12:11




allora dobbiamo riscriverla sta storia......
 
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5 replies since 12/1/2009, 05:11   168 views
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